News/Diritto di recesso o di ripensamento

Consumatori. Diritto di recesso: la guida completa
Le modalità e i termini secondo cui il consumatore può esercitare il diritto di ripensamento dopo l’acquisto di un bene o un servizio.

Il diritto di recesso o di “ripensamento” è il diritto del consumatore di sciogliere unilateralmente il contratto di acquisto di un bene o di un servizio, concluso a distanza, o fuori dai locali dell’esercizio commerciale. Tale diritto potrà essere esercitato, senza alcuna penalità e senza indicare una motivazione specifica, entro il termine di 14 giorni lavorativi.

Sommario

 

  1. La normativa di riferimento
  2. Differenze fra il diritto di recesso previsto nel Codice civile e quello previsto nel Codice del consumo
  3. Diritto di recesso: come funziona?
  4. Diritto di recesso: è possibile esercitarlo in caso di acquisti in negozio?
  5. Perché il diritto di recesso tutela solo il consumatore?
  6. Diritto di recesso e partita IVA
  7. L’onere di informativa precontrattuale in tema di recesso
  8. Come esercitare il diritto di recesso
  9. Come scrivere una lettera di recesso
  10. Diritto di recesso: i tempi per esercitarlo
  11. I costi necessari per esercitare il diritto di recesso
  12. Il rimborso del prezzo di vendita
  13. La restituzione dei beni
  14. Diritto di recesso: esclusioni
  15. Diritto di recesso e acquisti effettuati con crediti al consumo
  16. Diritto di recesso se il pacco è stato aperto
  17. Prodotto danneggiato: è ammissibile il diritto di recesso?
  18. Recesso e vendita a domicilio

 

 

1) La normativa di riferimento

Il diritto di recesso è disciplinato dal Codice del Consumo, all’articolo 52 e segg. del D. Lsg. 206 del 2005, a norma del quale:

“1. Fatte salve le eccezioni di cui all'articolo 59, il consumatore dispone di un periodo di quattordici giorni per recedere da un contratto a distanza o negoziato fuori dei locali commerciali senza dover fornire alcuna motivazione e senza dover sostenere costi diversi da quelli previsti all'articolo 56, comma 2, e all'articolo 57.
2. Fatto salvo l'articolo 53, il periodo di recesso di cui al comma 1 termina dopo quattordici giorni a partire:
a) nel caso dei contratti di servizi, dal giorno della conclusione del contratto;
b) nel caso di contratti di vendita, dal giorno in cui il consumatore o un terzo, diverso dal vettore e designato dal consumatore, acquisisce il possesso fisico dei beni o:
1) nel caso di beni multipli ordinati dal consumatore mediante un solo ordine e consegnati separatamente, dal giorno in cui il consumatore o un terzo, diverso dal vettore e designato dal consumatore, acquisisce il possesso fisico dell'ultimo bene;
2) nel caso di consegna di un bene costituito da lotti o pezzi multipli, dal giorno in cui il consumatore o un terzo, diverso dal vettore e designato dal consumatore, acquisisce il possesso fisico dell'ultimo lotto o pezzo;
3) nel caso di contratti per la consegna periodica di beni durante un determinato periodo di tempo, dal giorno in cui il consumatore o un terzo, diverso dal vettore e designato dal consumatore, acquisisce il possesso fisico del primo bene;
c) nel caso di contratti per la fornitura di acqua, gas o elettricità, quando non sono messi in vendita in un volume limitato o in quantità determinata, di teleriscaldamento o di contenuto digitale non fornito su un supporto materiale, dal giorno della conclusione del contratto.
3. Le parti del contratto possono adempiere ai loro obblighi contrattuali durante il periodo di recesso. Tuttavia, nel caso di contratti negoziati fuori dei locali commerciali, il professionista non può accettare, a titolo di corrispettivo, effetti cambiari che abbiano una scadenza inferiore a quindici giorni dalla conclusione del contratto per i contratti di servizi o dall'acquisizione del possesso fisico dei beni per i contratti di vendita e non può presentarli allo sconto prima di tale termine.”

2) Differenze fra il diritto di recesso previsto nel Codice civile e quello previsto nel Codice del consumo

Il diritto di recesso disciplinato dal Codice del Consumo presenta elementi differenti rispetto alla fattispecie regolata nel Codice Civile, all'art. 1373: "1. Se a una delle parti è attribuita la facoltà di recedere dal contratto, tale facoltà può essere esercitata finché il contratto non abbia avuto un principio di esecuzione. 2. Nei contratti a esecuzione continuata o periodica, tale facoltà può essere esercitata anche successivamente, ma il recesso non ha effetto per le prestazioni già eseguite o in corso di esecuzione. 3. Qualora sia stata stipulata la prestazione di un corrispettivo per il recesso, questo ha effetto quando la prestazione è eseguita. 4. È salvo in ogni caso il patto contrario". Dunque alle parti è consentito sottrarsi a tale disciplina generale, in quanto le stesse potranno concordare ed inserire nel contratto, altri elementi, come una maggiore garanzia per l’esercizio del recesso. Sempre da un punto di vista codicistico, il recesso è anche un mezzo per contestare la validità della transazione, in caso di vizi del contratto o di inadempimento dell’altro contraente.
Infine, il diritto di recesso regolato dal Codice del Consumo è rivolto esclusivamente al consumatore, al quale viene garantita una tutela completa in quanto considerato la parte debole del contratto.

3) Diritto di recesso: come funziona

Per esercitare il diritto di recesso dal contratto, il consumatore dovrà comunicare tale intenzione al venditore, che, ricevuta tale comunicazione, dovrà provvedere al rimborso del prezzo, che avverrà mediante lo stesso metodo di pagamento adottato per l’acquisto. In alcuni casi, il venditore offrirà la possibilità di sostituire la merce con altri prodotti dello stesso importo.

4) Diritto di recesso: è possibile esercitarlo in caso di acquisti in negozio?

Il diritto di recesso può essere esercitato solo per contratti conclusi a distanza o negoziati fuori dai locali commerciali (art. 52 Codice del Consumo), pertanto non potrà essere esercitato nel caso di acquisti effettuati in negozio. Tuttavia, anche il consumatore che acquista in un negozio “fisico” potrà restituire il prodotto acquistato, nell’ipotesi di prodotti difettosi o danneggiati. Il difetto andrà denunciato al venditore entro due mesi da quando il consumatore si accorge del difetto e comunque non oltre due anni. Qualora tale acquisto sia stato concluso da un professionista e non da un consumatore, la denuncia del vizio andrà fatta entro otto giorni. L’acquirente potrà richiedere, a sua scelta, o la riparazione o la sostituzione del prodotto.

5) Perché il diritto di recesso tutela solo il consumatore?

Il diritto di recesso è riconosciuto esclusivamente in favore del consumatore, in quanto quest’ultimo, accettando i termini e le condizioni stabilite dal venditore, conclude un contratto di acquisto a distanza o fuori dai locali commerciali, senza avere un contatto diretto con la merce comprata e senza poter verificare personalmente la qualità del bene acquistato; pertanto, il consumatore rappresenta la parte debole del contratto. Per tali ragioni, il legislatore ha previsto in favore del consumatore la possibilità di “ripensarci” restituendo il prodotto e chiedendo il rimborso di quanto speso.

 

6) Diritto di recesso e partita IVA

Il diritto di recesso previsto nel Codice del Consumo, riguarda solo il consumatore. La nozione di "consumatore" è prevista dall’art. 3 lett. A D. Lgs. 206/05: "consumatore o utente: la persona fisica che agisce per scopi estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta". Pertanto, essendo il titolare di una Partita Iva un professionista, e non un consumatore, non potrà esercitare il diritto di recesso disciplinato nel Codice del Consumo.

7) L’onere di informativa precontrattuale in tema di recesso

Il venditore a distanza deve informare il consumatore circa l’esistenza del diritto di recesso, consentendogli di esercitare tale facoltà. Nello specifico, l’art. 49 del Codice del Consumo stabilisce che: “Prima che il consumatore sia vincolato da un contratto a distanza […], il professionista fornisce al consumatore le informazioni seguenti, in maniera chiara e comprensibile: […] h) in caso di sussistenza di un diritto di recesso, le condizioni, i termini e le procedure per esercitare tale diritto conformemente all’articolo 54, comma 1, nonché il modulo tipo di recesso di cui all’allegato I, parte B; i) se applicabile, l’informazione che il consumatore dovrà sostenere il costo della restituzione dei beni in caso di recesso e in caso di contratti a distanza qualora i beni per loro natura non possano essere normalmente restituiti a mezzo posta; […] m) se non è previsto un diritto di recesso ai sensi dell’articolo 59 (casi di esclusione), l’informazione che il consumatore non beneficerà di un diritto di recesso o, se del caso, le circostanze in cui il consumatore perde il diritto di recesso”.
L’art. 49, lettera h), prevede l’obbligo del venditore d consegnare all’acquirente il modulo preimpostato per il recesso che, potrà utilizzare o meno.
Inoltre, nel caso in cui il venditore, prima della stipulazione del contratto, non informa in modo completo il consumatore, sull’esercizio del recesso, i termini per recedere aumenteranno ad 1 anno e 14 giorni. In particolare, l’art. 53, stabilisce che: “Se in violazione dell’articolo 49, comma 1, lettera h), il professionista non fornisce al consumatore le informazioni sul diritto di recesso, il periodo di recesso termina dodici mesi dopo la fine del periodo di recesso iniziale, come determinato a norma dell’articolo 52, comma 2. Se il professionista fornisce al consumatore le informazioni di cui al comma 1 entro dodici mesi dalla data di cui all’articolo 52, comma 2, il periodo di recesso termina quattordici giorni dopo il giorno in cui il consumatore riceve le informazioni.”

8) Come esercitare il diritto di recesso

Per esercitare il diritto di recesso, il consumatore dovrà adottare una delle modalità previste dall'articolo 54 del codice del consumo, ovvero potrà compilare ed inviare un modulo online nel caso di acquisti tramite e-commerce, oppure potrà comunicare con una qualsiasi altra dichiarazione esplicita, la sua decisione di recedere dal contratto. In entrambi i casi, tale comunicazione dovrà essere inviata prima della scadenza del periodo di recesso.
In alternativa, il venditore può offrire al consumatore l'opzione di compilare e inviare elettronicamente il modulo di recesso tipo riportato all'allegato I, parte B, o una qualsiasi altra dichiarazione esplicita sul sito web del professionista, per poi comunicargli la conferma di ricevimento su supporto durevole. E’ sul consumatore che grava l'onere di dimostrare di aver correttamente esercitato il diritto di recesso.

9) Come scrivere una lettera di recesso

Si riporta di seguito un fac-simile, da personalizzare all’occorrenza.

Fac-simile lettera di recesso
Spettabile …………………………………
Via …………………………………
Cap – Città ……………………………………
OGGETTO: recesso dal contratto di vendita n ………………………del ……………
Il/la sottoscritto/a nome………………………...Cognome……………………………………….e-mail:………………………………………………..con l'invio della presente lettera, comunico il recesso dal contratto di vendita in oggetto concluso in data ______________ Il prodotto acquistato è stato ricevuto in data……………….e sarà restituito a mie spese, entro e non oltre 14 giorni dal ricevimento della presente. Chiedo, altresì, che mi venga rimborsato entro il medesimo termine, l’importo da me versato, pari ad Euro _____________________ mediante la seguente modalità___________________________ (bonifico bancario; bonifico nazionale o transfrontaliero, riaccredito su carta di credito etc..)
Restando in attesa di un Vs positivo riscontro, porgo
distinti saluti
Data ………… Firma …………………………
Si allega: fotocopia del documento d’identità

 

10) Diritto di recesso: i tempi per esercitarlo

Il diritto di recesso può essere esercitato dal momento della conclusione del contratto fino a quattordici giorni dopo il ricevimento della merce. Se il venditore non ha informato in modo completo il consumatore sul diritto di recesso, nel caso di contratti a distanza o negoziati fuori dei locali commerciali, gli obblighi di informazione il termine per l'esercizio del diritto di recesso è, rispettivamente, di sessanta o di novanta giorni e decorre, per i beni, dal giorno del loro ricevimento da parte del consumatore, mentre per i servizi, dal giorno della conclusione del contratto.

11) I costi necessari per esercitare il diritto di recesso

Se il consumatore-acquirente esercita il diritto di recesso, il venditore dovrà rimborsare al consumatore i pagamenti ricevuti in occasione della vendita, senza alcuna penalità. Per quanto riguarda le spese di spedizione nel caso in cui il diritto di recesso venga esercitato successivamente alla spedizione del prodotto, il consumatore dovrà comunque sostenere le spese per rispedire il bene al venditore.

12) Il rimborso del prezzo di vendita

Nel caso di comunicazione del recesso, il venditore è tenuto a rimborsare il prezzo della vendita entro 14 giorni, dalla ricezione della comunicazione di recesso e senza indebito ritardo. Entro tale termine il venditore dovrà riaccreditare l’importo ricevuto come prezzo di vendita, con le stesse modalità usate dal consumatore per il pagamento del prodotto. Nello specifico, l’art. 56, comma 3, prevede che: “Salvo che il professionista abbia offerto di ritirare egli stesso i beni, con riguardo ai contratti di vendita, il professionista può trattenere il rimborso finchè non abbia ricevuto i beni oppure finchè il consumatore non abbia dimostrato di aver rispedito i beni, a seconda di quale situazione si verifichi per prima”.

13) La restituzione dei beni

Comunicata la volontà di recedere, il consumatore dovrà restituire il prodotto ricevuto, entro 14 giorni, termine che si intende rispettato, (art. 56 del Codice del Consumo), se lo stesso rispedisce i beni prima della scadenza del termine stesso (fa fede la prova di avvenuta consegna all’ufficio postale o al corriere nei termini fissati).
La spesa per la restituzione dei beni è solitamente a carico del consumatore A tal riguardo l’art. 67 co.3, del Codice del Consumo precisa quali siano le spese dovute dal consumatore per l’esercizio del diritto di recesso, individuandole nelle “spese dirette di restituzione del bene al mittente“, ove la restituzione sia espressamente prevista dal contratto. In alcuni casi, tuttavia, il venditore si accolla le spese di riconsegna in caso di recesso, e ciò dovrà essere indicato espressamente nelle condizioni generali di vendita, pubblicate sul sito online e sottoscritte dal consumatore al momento dell’ordine. Il venditore, dopo aver ricevuto il prodotto in restituzione, potrà valutare ed eventualmente peritare l’oggetto, e qualora accerti l’esistenza di un danno al prodotto, per cui il suo valore sarà diminuito, ne dovrà rispondere il consumatore, in quanto responsabile.

14) Diritto di recesso: esclusioni

Il diritto di recesso è escluso nei casi elencati nell’art. 59 del D.lgs. 205/2006.
In particolare si tratta di:
contratti per servizi già completamente eseguiti, con l'accordo espresso del consumatore, ed iniziati prima del decorso del termine di 14 giorni per il recesso. In questo caso, solo l'accettazione espressa da parte del consumatore comporta la perdita del diritto;
fornitura di beni o servizi il cui prezzo e' legato a fluttuazioni nel mercato finanziario che il professionista non e' in grado di controllare e che possono verificarsi durante il periodo di recesso;

-fornitura di beni confezionati su misura o chiaramente personalizzati;
-fornitura di beni che rischiano di deteriorarsi o scadere rapidamente;
-fornitura di beni sigillati che non si prestano ad essere restituiti per motivi igienici o connessi alla protezione della salute e sono stati aperti dopo la consegna;
-fornitura di beni che, dopo la consegna, risultano, per loro natura, inscindibilmente mescolati con altri beni;
-fornitura di bevande alcoliche, il cui prezzo sia stato concordato al momento della conclusione del contratto di vendita, la cui consegna possa avvenire -solo dopo trenta giorni e il cui valore effettivo dipenda da fluttuazioni sul mercato che non possono essere controllate dal professionista;
-contratti in cui il consumatore ha specificamente richiesto una visita da parte del professionista ai fini dell'effettuazione di lavori urgenti di riparazione o manutenzione. Se, in occasione di tale visita, il professionista fornisce servizi oltre a quelli specificamente richiesti dal consumatore o beni diversi dai pezzi di ricambio necessari per effettuare la manutenzione o le riparazioni, il diritto di recesso si applica a tali servizi o beni supplementari;
-fornitura di registrazioni audio o video sigillate o di software informatici sigillati che sono stati aperti dopo la consegna;
-fornitura di giornali, periodici e riviste ad eccezione dei contratti di abbonamento per la fornitura di tali pubblicazioni;
-contratti conclusi in occasione di un'asta pubblica;
-fornitura di alloggi per fini non residenziali, il trasporto di beni, i servizi di noleggio di autovetture, i servizi di catering o i servizi riguardanti le attivita' del tempo libero qualora il contratto preveda una data o un periodo di esecuzione specifici;
-fornitura di contenuto digitale mediante un supporto non materiale se l'esecuzione e' iniziata con l'accordo espresso del consumatore e con la sua accettazione del fatto che in tal caso avrebbe perso il diritto di recesso.

Tali ipotesi vanno applicate sia ai contratti conclusi fuori dai locali commerciali che a tutti i tipi di vendita a distanza.

15) Diritto di recesso e acquisti effettuati con crediti al consumo

Per i contratti di credito al consumo (finanziamenti, carte revolving, prestiti, cessioni del quinto), disciplinati dal D.lgs.385/93 (TUB), il diritto di recesso è particolare può essere esercitato entro 14 giorni a prescindere dal luogo di sottoscrizione del contratto.
Inoltre, il recesso può essere fatto valere per tutti i contratti collegati relativi a servizi aggiuntivi (ad esempio un'assicurazione).

16) Diritto di recesso se il pacco è stato aperto

Nel caso in cui il pacco sia stato aperto dal consumatore, l’esercizio del diritto di recesso è comunque possibile; la restituzione del prodotto senza il suo imballaggio originale non è un presupposto di inefficacia del recesso, che potrà dunque essere esercitato. In effetti, in caso contrario, all’acquirente sarebbe precluso il diritto di controllare il prodotto, verificando la sua integrità, l’idoneità all’uso e l’assenza di vizi.
Una simile questione è stata recentemente esaminata dai giudici comunitari (C. Giust. UE causa n. C-681/17 del 27.03.2019), i quali si sono pronunciati rilevando che il diritto di recesso potrà essere esercitato anche se la confezione che contiene la merce acquistata online, è stata distrutta.

17) Prodotto danneggiato: è ammissibile il diritto di recesso?

Occorre distinguere il caso in cui il prodotto era già danneggiato all’apertura del pacco, dal caso in cui sia stato il consumatore a danneggiarlo. Nella prima ipotesi, l'acquirente ha la possibilità di scegliere tra la "prestazione supplementare" sotto forma di rimedio di difetti o una nuova consegna di un prodotto privo di difetti. Il venditore dovrà sostenere i costi di ritorno delle merci danneggiate e la nuova spedizione delle merci nuove / riparate al cliente. Il rimborso del prezzo di acquisto contro la restituzione delle merci, è previsto solo a determinate condizioni, ad esempio, se il venditore non ha risolto il difetto due volte.
A tal riguardo, l’articolo n. 130 del Codice del Consumo, prevede che:
1. Il venditore è responsabile nei confronti del consumatore per qualsiasi difetto di conformità esistente al momento della consegna del bene.
2. In caso di difetto di conformità, il consumatore ha diritto al ripristino, senza spese, della conformità del bene mediante riparazione o sostituzione, a norma dei commi 3, 4, 5 e 6, ovvero ad una riduzione adeguata del prezzo o alla risoluzione del contratto, conformemente ai commi 7, 8 e 9.
3. Il consumatore può chiedere, a sua scelta, al venditore di riparare il bene o di sostituirlo, senza spese in entrambi i casi, salvo che il rimedio richiesto sia oggettivamente impossibile o eccessivamente oneroso rispetto all'altro.
4. Ai fini di cui al comma 3 è da considerare eccessivamente oneroso uno dei due rimedi se impone al venditore spese irragionevoli in confronto all'altro, tenendo conto:
a) del valore che il bene avrebbe se non vi fosse difetto di conformità;
b) dell'entità del difetto di conformità;
c) dell'eventualità che il rimedio alternativo possa essere esperito senza notevoli inconvenienti per il consumatore.
5. Le riparazioni o le sostituzioni devono essere effettuate entro un congruo termine dalla richiesta e non devono arrecare notevoli inconvenienti al consumatore, tenendo conto della natura del bene e dello scopo per il quale il consumatore ha acquistato il bene.
6. Le spese di cui ai commi 2 e 3 si riferiscono ai costi indispensabili per rendere conformi i beni, in particolare modo con riferimento alle spese effettuate per la spedizione, per la mano d'opera e per i materiali.
7. Il consumatore può richiedere, a sua scelta, una congrua riduzione del prezzo o la risoluzione del contratto ove ricorra una delle seguenti situazioni:
a) la riparazione e la sostituzione sono impossibili o eccessivamente onerose;
b) il venditore non ha provveduto alla riparazione o alla sostituzione del bene entro il termine congruo di cui al comma 5;
c) la sostituzione o la riparazione precedentemente effettuata ha arrecato notevoli inconvenienti al consumatore.
8. Nel determinare l'importo della riduzione o la somma da restituire si tiene conto dell'uso del bene.
9. Dopo la denuncia del difetto di conformità, il venditore può offrire al consumatore qualsiasi altro rimedio disponibile, con i seguenti effetti:
a) qualora il consumatore abbia già richiesto uno specifico rimedio, il venditore resta obbligato ad attuarlo, con le necessarie conseguenze in ordine alla decorrenza del termine congruo di cui al comma 5, salvo accettazione da parte del consumatore del rimedio alternativo proposto;
b) qualora il consumatore non abbia già richiesto uno specifico rimedio, il consumatore deve accettare la proposta o respingerla scegliendo un altro rimedio ai sensi del presente articolo.
10. Un difetto di conformità di lieve entità per il quale non è stato possibile o è eccessivamente oneroso esperire i rimedi della riparazione o della sostituzione, non da' diritto alla risoluzione del contratto.
Nel caso in cui, il prodotto sia stato danneggiato dal consumatore, non è possibile ottenere il rimborso del prezzo, ammesso solo nel caso in cui il prodotto restituito sia integro.

18) Recesso e vendita a domicilio

Nell’ipotesi di vendita porta a porta, sussiste per il venditore l’obbligo di fornire al consumatore informazioni chiare e precise sul contratto, sulla garanzia legale e sul diritto di recesso. Inoltre, nella vendita a domicilio, tale diritto potrà essere fatto valere entro 14 giorni, con decorrenza dal momento in cui il prodotto acquistato viene consegnato a casa. Entro il suddetto termine, il consumatore potrà decidere di ripensarci, sciogliendo il rapporto e chiedendo la restituzione di quanto versato; in tal caso, dovrà inviare la comunicazione di recesso e riconsegnare il bene a proprie spese.

 

fonte altalex


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