Chi è il Coordinatore Genitoriale? Aiuta i genitori in situazioni di forte conflitto

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Chi è il coordinatore genitoriale? E’ una figura introdotta per aiutare i genitori a collaborare in situazioni di forte conflitto. Il coordinatore genitoriale cerca di mettere in atto la bi-genitorialità superando i forti conflitti tra i genitori ,conflitti che fanno perdere il focus sui bisogni evolutivi dei figli stessi: il suo è un intervento  incentrato sul minore.

Il Coordinatore Genitoriale è il nuovo soggetto cui si fa riferimento nei procedimenti di separazione, divorzio, modifica delle condizioni o in caso di cessazione della convivenza di coppie di fatto: vi si ricorre quando i genitori non è mediabile, ma nonostante ciò è dotata di capacità genitoriale; altro presupposto è che tra i genitori la conflittualità sia molto elevata  tale che gli stessi siano distratti dal mantenere l’attenzione su ciò che è meglio per i figli addirittura arrivando ad adottare condotte tali da danneggiare i minori stessi.

La coordinazione genitoriale è un procedimento di risoluzione alternativa delle controversie centrato sul minore, attraverso il quale un professionista di ambito giuridico-psicologico, terzo neutrale, aiuta i genitori altamente conflittuali ad attuare il loro piano genitoriale, facilitando attraverso un intervento tempestivo la composizione delle liti.

Il Coordinatore può essere disposto sia nel corso di un procedimento giudiziario che al termine dello stesso, oltre che richiesto volontariamente dai genitori anche al di fuori di una procedura.

Dopo l’emissione dei provvedimenti “principali” (affidamento, collocamento e tempi di permanenza presso ciascun genitore), il Giudice può procedere alla nomina di un Coordinatore Genitoriale, individuando una figura che per un tempo determinato aiuti i genitori a dare concreta e corretta attuazione alle prescrizioni che riguardano i figli.

Casi frequenti di nomina del Coordinatore si hanno quando va scelta la scuola o lo sport cui iscrivere il figlio, va deciso se far frequentare il catechismo o lezioni di recupero scolastico, vanno gestiti gli orari e le dotazioni di vestiario nel riconsegnare il minore all’altro genitore e financo la dieta del bambino.

Tutte decisioni “minori” rispetto alle quali i genitori, invece che mirare al vero interesse e bisogno del minore, sono esacerbati dalla conflittualità ed accecati da essa.

Il Coordinatore genitoriale opera tendenzialmente attraverso “raccomandazioni” ai genitori, può ascoltare il minore, ma in taluni casi ha anche il potere di assumere direttamente decisioni nell’interesse del minore, per evitare pregiudizi ulteriori ed imminenti al bambino.

Scarica qui la sentenza ⇔ Tribunale di Pavia, sentenza 2 dicembre 2020 Coordinatore genitoriale.

Per il Tribunale di Pavia, l'istituzione di un coordinatore genitoriale non solo è compatibile con la situazione di forte conflitto tra i genitori, ma può ben aiutare a risolvere situazioni che causano forte conflittualità, nell’ obiettivo di ristabilire una minima collaborazione.

Questo principio è stato stabilito dalla sentenza depositata nella camera di consiglio del 2 dicembre 2020, a conclusione di un lunghissimo procedimento di separazione dei coniugi, iniziato addirittura nel 2014.

 IL FATTO

La questione è molto complicata e nasce da un ricorso per separazione giudiziale intentato dalla consorte, nel 2014 e conclusosi dopo addirittura 6 anni, a causa della litigiosità tra i coniugi,  che ha provocato finanche l’intervento dei servizi sociali e per la necessità di compiere una complessa CTU.

Durante il procedimento, si sono susseguite  complicate attività istruttorie, affiancate da una CTU ; questa, dopo un lungo lavoro espletato insieme alle parti (e non sempre con la loro collaborazione), riteneva possibile l’affido condiviso dei figli.

Di conseguenza, il giudice istruttore revocava l’affido dei minori al Comune, disposto dal Tribunale per i minorenni, disponendone l’affidamento congiunto; la CTU, tuttavia, con motivato ragionamento ha ravvisato la necessità che la coppia fosse affiancata da un coordinatore genitoriale che le parti hanno individuato nella stessa CTU, la quale diede la propria responsabilità a proseguire l’incarico.

Il Collegio ha preso atto della forte conflittualità delle parti e  comunque, ha accolto la richiesta di affido condiviso dei minori, vista la disponibilità delle parti ad essere seguite da un coordinatore genitoriale, in questo modo reputando possibile un nuovo tentativo di riprendere forme minime di dialogo e di collaborazione, secondo le indicazioni del coordinatore genitoriale, che dovrà intervenire in settori che hanno sempre visto i genitori inutilmente contrapposti.

Dunque è possibile affidare congiuntamente i minori anche in situazioni di fortissimo conflitto, con  la previsione che vengano seguiti da un coordinatore genitoriale.

Nel caso in questione, il tribunale di Pavia ha rilevato che le condizioni economiche delle parti non fossero tali da rendere difficoltoso il costo di un coordinatore genitoriale, che ha ritenuto indispensabile per poter confermare l'affido condiviso dei minori ai due genitori.

Non ritenendo di confermare come coordinatore la CTU, oppure i servizi sociali, che non godevano più della fiducia di entrambe le parti, il tribunale ha stabilito che i genitori dovessero scegliere un coordinatore nell'elenco redatto dal Consiglio dell'Ordine degli avvocati , scegliendo un professionista che godesse della fiducia di entrambi, raccomandandosi affinché il professionista scelto tenesse conto dei suggerimenti indicati nella consulenza tecnica d'ufficio e in particolare delle indicazione di aumentare i tempi di permanenza dei figli con il padre , arrivando così al collocamento paritario secondo uno schema depositato da parte convenuta all' udienza di precisazione delle conclusioni.

Quindi per il Tribunale di Pavia,  la figura del coordinatore genitoriale è stata ritenuta essenziale sia per la risoluzione pratica dei problemi quotidiani che si verificano tra i genitori a causa della forte conflittualità, sia nell'ottica di stabilire un minimo di collaborazione reciproca, con la speranza che un giorno si possa fare a meno di detta figura. Nella sentenza inoltre il tribunale ha stabilito le condizioni economiche dell'assegno di mantenimento, in favore dei minori, non senza aver svolto una attenta analisi delle rispettive potenzialità.

Coordinazione genitoriale

La coordinazione genitoriale è un sistema di risoluzione alternativa delle controversie non riservato centrato sul minore. È rivolta a genitori la cui perdurante elevata conflittualità costituisce un rischio evolutivo per i figli. Essa prevede che un terzo imparziale, professionista adeguatamente formato, aiuti i genitori altamente conflittuali a mettere in pratica la bi-genitorialità attraverso l’implementazione e il mantenimento delle decisioni già assunte dall’Autorità Giudiziaria e di quelle che saranno prese all’interno del processo di Co.Ge. sulla base del riconoscimento dei bisogni dei figli.

Il Coordinatore Genitoriale Chi è?

È un professionista dell’aiuto qualificato, che mette in pratica il metodo della coordinazione genitoriale.

Per qualificato si intende, un professionista che ha frequentato un corso sulla coordinazione genitoriale di almeno 50 ore e:

  • appartiene ad uno dei seguenti albi professionali: avvocati, assistenti sociali, psicologi, psicoterapeuti, NPI e psichiatri
  • oppure è un mediatore familiare con Laurea in materie umanistiche o giurisprudenza
  •  oppure ha una Laurea magistrale in pedagogia, scienze dell’educazione, scienze della formazione.

Deve in ogni caso possedere le seguenti competenze e/o esperienze dimostrabili dal CV, dal piano di studi accademico o da corso di formazione continua aggiuntive rispetto a quelle acquisite nel corso sul tema della coordinazione genitoriale:

  • in diritto di famiglia ( almeno 7 ore)
  • in psicologia dell’età evolutiva (almeno 7 ore)
  • in psicopatologia (almeno 7 ore)
  • in gestione dei conflitti (almeno 14 ore)
  • nozioni di interculturalità e di pedagogia (almeno 7 ore)

Inoltre è importante avere esperienza di case management, lavoro di rete, conoscenza del funzionamento delle istituzioni interessate al metodo (giudiziarie, servizi sociali, servizi sanitari), capacità di mappatura e reperimento di risorse sul territorio.


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