App Immuni e sistema di tracciamento contatti. D.L. 30 Aprile n.28

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Privacy. App Immuni, via libera al tracciamento dei contatti contro il Covid-19

 

Nel decreto-legge pubblicato in Gazzetta previsti anche il rinvio della riforma delle intercettazioni e nuove norme sull'ordinamento penitenziario

Nella Gazzetta Ufficiale del 30 aprile 2020, n. 111 è stato pubblicato il DECRETO-LEGGE 30 aprile 2020, n. 28 recante misure urgenti per la funzionalita' dei sistemi di intercettazioni di conversazioni e comunicazioni, ulteriori misure urgenti in materia di ordinamento penitenziario, nonche' disposizioni integrative e di coordinamento in materia di giustizia civile, amministrativa e contabile e misure urgenti per l'introduzione del sistema di allerta Covid-19.
In un unico decreto-legge il Governo ha raccolto una serie di provvedimenti legati ad alcuni dei temi più caldi dell'attualità: l'avvio della discussa App Immuni per la lotta alla diffusione del Coronavirus, la stretta sulle scarcerazioni per i detenuti per reati di mafia e terrorismo, il rinvio della riforma delle intercettazioni
Vediamo le singole misure contenute nel decreto-legge.

Sommario
  • Il sistema di tracciamento dei dati: la App Immuni
  • Ordinamento penitenziario: stretta su detenzione domiciliare e permessi per i boss
  • Rinvio al 31 agosto per la riforma delle intercettazioni
  • Processo a distanza

Il sistema di tracciamento dei dati: la App Immuni

La misura più attesa, per le polemiche suscitate nei giorni scorsi in merito ai possibili rischi di violazione della privacy, è quella relativa all'introduzione del sistema di tracciamento dei contatti e dei contagi per prevenire la diffusione del Covid-19.
Viene istituita presso il Ministero della Salute una piattaforma per il tracciamento dei contatti tra le persone che, su base volontaria, installeranno sui propri cellulari un'apposita applicazione (nota come App Immuni).
Il decreto fissa le linee guida per il funzionamento del sistema, che sarà reso operativo con un apposito decreto ministeriale, da emanarsi previo parere del Garante Privacy.
Questi i principi e le condizioni che dovranno essere rispettati:
1) la piattaforma è affidata  esclusivamente con infrastrutture localizzate sul territorio nazionale e gestite da soggetti pubblici o società a totale partecipazione pubblica;

2) i programmi informatici sviluppati per la realizzazione della piattaforma sono di titolarità pubblica;

3) informativa e trasparenza: prima di attivare l'app, agli utenti vengono date informazioni chiare circa le finalità e le operazioni di trattamento, le tecniche di pseudonimizzazione utilizzate e i tempi di conservazione dei dati. Possono essere raccolti solo dati necessari ad avvisare gli utenti di rientrare tra i contatti stretti di altri utenti accertati positivi al Covid-19 e ad agevolare l'eventuale adozione di misure di assistenza sanitaria in loro favore;

4) i dati raccolti non possano essere trattati per finalità diverse da quella indicate, salvo l'utilizzo in forma aggregata o comunque anonima, per soli fini di sanità pubblica, profilassi, finalità statistiche o di ricerca scientifica;

5) i dati di prossimità dei dispositivi saranno resi anonimi o, se non è possibile, pseudonimizzati; in ogni caso è esclusa la geolocalizzazione dei singoli utenti;

6) la conservazione dei dati relativi ai contatti, anche nei cellulari, sarà limitata al tempo strettamente necessario;

7) l'utilizzo dell'applicazione e della piattaforma e i trattamenti dei dati personali saranno interrotti nel momento in cui sarà decretata la cessazione dello stato di emergenza disposto con delibera del Consiglio dei Ministri del 31 gennaio 2020, e comunque non oltre il 31 dicembre 2020;

8) entro la medesima data saranno cancellati o resi definitivamente anonimi tutti i dati personali trattati.

9) l'uso dell'app avverrà su base volontaria e il mancato utilizzo non avrà conseguenze o limiti riguardo "all'esercizio dei diritti fondamentali dei soggetti interessati".

 

Ordinamento penitenziario: stretta su detenzione domiciliare e permessi per i boss

Le polemiche dei giorni scorsi per la scarcerazione di boss della criminalità organizzata disposta dalla magistratura di sorveglianza per gravi ragioni di salute hanno indotto il Governo a introdurre una stretta alla disciplina della detenzione domiciliare e dei permessi.
Per la detenzione domiciliare, sulla richieste presentate da detenuti per reati di mafia o terrorismo, prima di decidere l'organo competente dovrà chiedere il parere al Procuratore della Repubblica presso il tribunale che ha emesso la sentenza; se si tratta di persona sottoposta al regime del carcere duro (art. 41-bis ord. pen.), il parere va richiesto al Procuratore Nazionale Antimafia, il quale valuterà se persistono o meno collegamenti con l'ambiente criminale o se si tratta di persona socialmente pericolosa.
Salvo esigenze di motivata eccezionale urgenza, il permesso non potrà essere concesso prima di 24 ore dalla richiesta dei pareri; per la detenzione domiciliare, il magistrato di sorveglianza e il tribunale di sorveglianza decidono non prima, rispettivamente, di 2 giorni e di 15 giorni dalla richiesta dei pareri, anche in assenza di essi.

Rinvio al 31 agosto per la riforma delle intercettazioni

La nuova disciplina delle intercettazioni, che sarebbe dovuta entrare in vigore il 1° maggio, è rinviata al 1° settembre. Il decreto dispone infatti che le nuove norme si applicano ai procedimenti penali iscritti successivamente al 31 agosto 2020, anziché, come attualmente previsto, a quelli iscritti dopo il 30 aprile 2020.

Processo a distanza

Nel comunicato del Consiglio dei Ministri non se ne fa cenno, ma dalle notizie di fonti di stampa accreditate sembra che il decreto contenga anche misure riguardanti il processo a distanza. In particolare, non si potranno tenere da remoto, salvo accordo dei difensori, i processi nei quali siano previsti la discussione, l'esame di testimoni, di consulenti, di parti e periti.

D.L. 30 APRILE 2020, N. 28 >> SCARICA IL TESTO PDF

fonte altalex


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